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al testo di Franca Dusca Petacchi
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Mi hai tagliato come un coltello affilato di fresco Mi hai abbandonato come un paio di scarpe vecchie (ma io ero giovane) logore ma così comode che è meglio non gettarle via MI hai usato sino alla consunzione senza rispetto e mi usi ancora per quanto può servirti Altro da mille anni il tuo gioco e il tuo sorriso veri Niente vedi di me se non talvolta sorprendentemente Come ho permesso questo scempio di me?: ero distratta ad amarti E quando improvvisamente ho compreso l’imbroglio grossolano che come una ragnatela ho tessuto raccontando a me stessa la fiaba di un amore che c’era per me soltanto giustificando ogni tua evidente mistificazione sono rimasta lì al tappeto come un pugile suonato immobile per la prima volta vinta Perché non ti lascio? te lo dirò domani quando sarò più libera e più forte Ci vuole tempo per smettere di amare l’amore della vita Ci vuole tempo per imparare ad amarsi |
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